I SOGNI SPEZZATI
con PAOLO FUSI e ALESSANDRO ORLANDI

Il fiume in piena del Movimento degli anni ’70 lascia dietro se una scia di ricordi, di fallimenti, di slanci, di gioie, di rancori, di disillusioni e di sogni. Eppoi di ambizioni, di amarezza, di angoscia, di inadeguatezza, ma soprattutto di orgoglio. Orgoglio per ciò che eravamo ed ancora siamo, per ciò che abbiamo da dire e da ascoltare, perché siamo ancora bambini che imparano ed al contempo vecchi sobillatori da strapazzo. Due hippie che ora fanno il mestiere di Nonno dei Fiori. Due ragazzi di quegli anni, divenuti scellerati soloni e cani sciolti per antonomasia, raccontano in canzoni e liti la sensazione di quel tempo e la proiezione che quelle atmosfere gettano ancora, come una luce che non muore mai, sull’autunno delle nostre anime – con tanti ospiti eccezionali, divertenti, assurdi, affettuosi, arrabbiati. Il suono ricorda la WestCoast americana, che amammo tanto allora, mischiata con la musica popolare italiana e la riflessione sociale e politica sugli anni che verranno e la responsabilità che ci resta.

LA MENZOGNA DI DEDALO
Paolo Fusi & The Osama Sisters


Il Teatro Canzone non è morto con Giorgio Gaber, anzi, in tutta Europa ci sono nuovi gruppi che ne raccolgono l’eredità e lo modellano in base al proprio sentire. Nei tempi complessi e disinformanti in cui viviamo, l’arte è chiamata a dare risposte che prima venivano offerte dai media attraverso la metafora, ed è questo il punto di partenza della Menzogna di Dedalo. Nel mito di Dedalo, un padre ed un figlio, prigionieri del Labirinto, stanno per essere uccisi dal Minotauro. Dedalo attacca le ali ad entrambi, sicché lui e Icaro volano fuori dalla portata del Mostro. Il figlio, però, si avvicina troppo al sole. Le ali, attaccate con la cera, si sciolgono, Icaro muore. Da qui parte lo spettacolo, da un talk show in cui Dedalo spiega le sue ragioni ad un’informazione di regime che si preoccupa di tutto, tranne che delle cose fondamentali dell’atto di scappare dal Labirinto. La Menzogna di Dedalo consiste nel non avere detto ad Icaro che, una volta usciti dal Labirinto, non si è liberi, ma dall’alto si ha finalmente la prospettiva necessaria per vedere e capire che tutto è un immenso, infinito Labirinto. Non dire questo alla gente porta alcuni a credere che la via d’uscita dal Labirinto sia possibile.
Lo spettacolo spiega invece che non c’è via d’uscita verso l’esterno, che il Labirinto lo si sfugge solo viaggiando dentro di se.
Come nei romanzi di Sartre od Haruki, se lo spazio intorno a te si restringe, allora devi divenire più profondo, dentro di te, creando quello spazio che ti serve per non impazzire. Ed in questo processo impari a capire ed accettare il Labirinto, e poi, finalmente, ad amare. Scoprendo questo capisce improvvisamente che la soluzione dei problemi politici ed economici sta nel pragmatismo e nella passione, nell’onestà intellettuale e l’apertura mentale, nel “Pensiero”, come lo spiegava Gaber.
In due ore di spettacolo, fra canzoni, dialoghi, monologhi e filmati, il protagonista passa dal trattamento dell’attualità politica (“Incolpa la democrazia”, “La Borsa Nera delle Idee”, “Una guerra in Medio Oriente”) a quello della vita sociale (“Una vita da Mollica” ed i dialoghi di Ennio & Co.), a quello dell’amore (“Quando”, “Per sempre”, “Valentina”) per poi tornare a se ed alla menzogna di Dedalo, pronti “per saltare dall’orlo del tetto prima che siano gli anni e gli acciacchi a farlo per voi”, prima che arrivi “Il buio” e, con il buio, “Scompaiono le nuvole (Passent les nuages)”
Molto da ridere, moltissimo da arrabbiarsi e, forse, alla fine, anche qualche attimo di commozione.

Gli Osama Sisters nascono nel 2004 ad Erfurt come la sintesi di due band precedenti, “Wir Sind Penner” (Noi Vagabondi), che sperimentava già con il Teatro Canzone, partendo dalle esperienze di Max Goldt e Wiglaw Droste e collegandole con l’umorismo politico ed alienato di Olaf Schubert, e la band “Pokemon Lillo & i Cosacchi del Pontino”, che presentava i classici della musica da cantautore italiana tradotta in tedesco e suonata in ritmi sudamericani. Nel 2005 dall’incontro fra queste due band, Paolo Fusi ed Eric Kiessling nasce il progetto di Teatro Canzone denominato Feldwebel Pfeffer’s Einsame Hartz IV Band (Il Sergente Pepe & la sua Band di Cassintegrati Solitari), che usava musiche famose dei Beatles tradotte molto liberamente in tedesco per commentare l’attualità politica e culturale della Germania. Il grande successo del progetto ha portato ad una serie di spettacoli successivi, l’ultimo dei quali, la notte fra il 10 e l’11 settembre 2006, nel quinto anniversario dell’attacco alle Torri Gemelle di New York, creò seri guai con la giustizia. Per l’occasione la band aveva cambiato il proprio nome in The Osama Sisters, durante lo spettacolo c’era una finta gara canora e chi vinceva aveva diritto ad un volo su un biplano della Prima Guerra Mondiale sulle cattedrali gemelle di Erfurt (città tedesca nota fra l’altro per avere due Duomi a pochi metri di distanza uno dall’altro su una piazza più grande di San Pietro). L’intervento delle forze dell’ordine e la proibizione dello spettacolo hanno consolidato il progetto, che ha cominciato a sperimentare con il Teatro Canzone, creando una sorta di musical che, scimmiottando il Festival di Sanremo o il Grand Prix dell’Eurovisione, raccontava della politica tedesca in una sorta di melodramma spettacolare in cui il pubblico veniva mescolato agli attori e musicisti veri e propri. Con il tempo gli spettacoli degli Osama Sisters sono divenuti un appuntamento fisso nelle città in cui la musica alternativa ha maggiore spazio: Berlino, Amburgo, Lipsia, Erfurt, Jena, Weimar, Zurigo, e la band ha anche suonato con gruppi importanti come Yuppie Flu (Bologna), Jens Friebe (Amburgo), Big Zis (Zurigo), Knarf Rellöm (Amburgo), Goldene Zitronen (Amburgo), e via di seguito. Paolo Fusi è stato chiamato a partecipare a diversi altri progetti teatrali (“Genua, ein Tribunal” a Berna e Zurigo, “Der Sumpf” a Berlino, Vienna, Berna e Zurigo). In Italia gli Osama Sisters, insieme a diversi gruppi teatrali (prima di tutti il Biberkoff di Roma) e musicali (Acoustica, Knarf Rellöm Trinity, School of Zuversicht, Petting, Sin Fronteras, Coro Corridore, Martinicca Boisson) organizza già da tre anni il Myrkonia Fantasy Tour, che porta 80 eventi in 20 città italiane ogni estate fra la seconda metà di luglio e la prima metà di agosto. Così, accanto alle apparizioni ad alcuni dei Festival estivi tedeschi, gli Osama Sisters hanno suonato memorabili concerti con oltre duemila spettatori al Teatro delle Rocce di Gavorrano, in Piazza Ricasoli a Bagno di Romagna, a Castrocaro Terme, sul lungomare di Cesenatico, nella Piazza del municipio a Nettuno, al Porto di Anzio. Nelle varie formazioni degli Osama Sisters passano diversi musicisti italiani e tedeschi: la cantante lirica Barbara Dorfmann, Thomas Wormuth e Patrick Föllmer (tromba), Emanuele Cannatella (sax), Rocco Degola e Paolo Acquaviva (trombone), Marco Cuzzovaglia (batteria), Micki Biagiotti, Nico Pistolesi ed Andrea Flaminio (tastiere), Sascha Köhler e Julia Bormann (basso), fino ad arrivare alla formazione attuale, che suona insieme da quasi un anno. Gli Osama Sisters sono sotto contratto con la Buback Records di Amburgo dal 2009, in Italia non hanno una distribuzione.

Paolo Fusi, 53 anni, romano. Giornalista investigativo per decenni tra la Svizzera, il Regno Unito e la Germania, faceva parte di coloro che seguirono Mani Pulite, scrivendo su oltre 20 testate internazionali, fra cui il “Sunday Times” di Londra, la “Frankfurter Allgemeine” di Francoforte, “Vslux” di Mosca, il “Tages Anzeiger” di Zurigo, ed in Italia soprattutto il settimanale “Avvenimenti”. Dopo l’11 settembre ed il libro “Il Cassiere di Saddam”, che spiegava le relazioni industriale e finanziarie fra la Svizzera, gli Stati Uniti ed i dittatori di mezzo mondo, ha lasciato il giornalismo per dedicarsi all’attivitá di consulente per le ONG e le aziende di due diligence. Negli anni ’90 con la sua band &scap& ha ottenuto un discreto successo in Germania ed in Svizzera, ma è poi a partire dal 2004, dapprima con lo spettacolo di Teatro Canzone “Feldwebel Pfeffer’s Einsame Hartz IV Band” e poi con gli Osama Sisters e con i suoi libri di racconti, che ha raggiunto la notorietà, specie nella ex Germania dell’Est.
Eric Kiessling, 28 anni, tedesco. Ha esordito giovanissimo con la rockband Burning Flowers, che si è sciolta dopo quasi dieci anni di rilevanza regionale, dopodiché si è dedicato all’insegnamento ed ha lavorato in studio con molti degli autori più famosi della scena indie tedesca, alternando questa attività con la partecipazione alla grande orchestra del Teatro Stabile di Erfurt, in Turingia.
Markus Büchel, 28 anni, tedesco, è il pianista jazz berlinese forse più affermato della sua generazione. Con la cantante Defne Sahin ha una collaborazione nell’Est Europeo di grande successo, altrimenti è il leader dell’orchestra HitMama e di molti altri progetti nell’ambito della fusion fra jazz e rock (Maria Helmin Quintett, Agit Polka etc etc).
Christoph Hielscher, 29 anni, tedesco, è un chitarrista rock che insegna alla MuFa di Erfurt e suona in diversi progetti come musicista da studio, lavorando da anni in coppia con Eric Kiessling.
Frank Schlebeck, 38 anni, tedesco, è il direttore della casa di produzione musicale PS Musik ad Erfurt e lavora con Franziska Becker ed altre cantanti affermate della scena pop della Germania Est.
Timo Vollbrecht, 27 anni, tedesco/americano, è un affermato musicista jazz a New York, leader del trio GothamJazz, si guadagna da vivere suonando nei locali specializzati come performer accanto ai grandi americani del momento come Gerry Getz (il figlio di Stan Getz), Benjamin Attiche, Keisuke Matsuno, Joe Lovano etc etc).
Philipp Domke, 29 anni, tedesco, è membro fondatore della celebre band berlinese German Trombone Vibration e uno dei coautori della musica del gruppo jazzistico Brumcalli. Insegna alla Freie Schule für Musik di Berlin

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